Le "isole dei morti" di Arnold Bocklin

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  1. LadyDorian
     
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    Fare arte all'università e non postare neanche una cosuccia in questa sezione...beh,non mi sembrava il caso.
    Vi volevo mostrare le versioni,dei dipinti intitolati "l'isola dei morti" ,dipinti da un pittore svizzero ,Bocklin appunto, a fine ottocento.
    Sono opere dipente ad olio su tela o tavola,ad eccezione della quarta,dipinta su rame,ormai perduta.
    la versione numero 3,era stata posseduta anche da Hitler,appesa alla parete del suo ufficio.L'ho conosciuta grazie alla mia tesina di maturità in cui ho portato l'arte e la letteratura che trattavo della morte nell'ottocento,e..beh,mi sono innamorata di questi quadri.
    Un po' perchè sono seri,realistici,pieni di simbolismi,e un po' per l'immagine serena e drammatica allo stesso tempo che trasmettono,della morte appunto,inoltre il cimitero raffigurato è quello di un cimitero in cui è stata sepolta la figlia dell'autore,quindi ha di per se anche una storia alle spalle.
    Molti vedono anche ,nella roccia,il ritratto di PAN,dio che sarebbe chiamato a giudicare le anime che si spingono fino a quei cancelli,su barchette di legno,in cui è deposta la sua bara.
    La cosa bella,sta nel disegno della figura in bianco: è praticamente assenza di colore,e non si capisce se sia l'anima del defunto,che accompagna il proprio corpo oppure che si accinge a trapassare,oppure una qualche sorta di traghettatore,anche se il rematore è ben caratterizzato in ogni dipinto.
    POi c'è la tempesta,che sopratutto nella terza versione sopraggiunge dal pontano,minacciando quasi quel bel mare liscio,in cui si rompono gli scogli,che ci cadono a picco.
    Non so perchè,ma non tutto assieme,tutti questi elementi..li rendono dei quadri affascinanti a mio parere.

    vi posto le notizie prese da wiki,che sono scritte stranamente bene,se no questo post durerebbe anni XD
    NOTIZIE -in breve- SULL'AUTORE
    Arnold Böcklin (Basilea, 19 ottobre 1827 – San Domenico di Fiesole, 16 gennaio 1901) è stato un pittore svizzero[1].
    Böcklin è stata una figura rappresentativa della storia dell'arte in Germania. Inizialmente fu un paesaggista, ma, grazie ai frequenti viaggi in Italia, fu influenzato dal romanticismo: all'interno dello stile dell'Art Nouveau, fu un simbolista. La sua pittura si rivela mitologica: creature oniriche (ninfe, naiadi e centauri) tra architetture classiche, simbolismi, allegorie e un richiamo spesso ossessivo alla morte. L'effetto è la creazione di mondi strani e fantastici.
    La sua opera più famosa è L'Isola dei Morti.

    L?ISOLA DEI MORTI:
    La sua opera più famosa è L'Isola dei Morti (Die Toteninsel) che evoca in parte il Cimitero degli Inglesi che si trovava vicino al suo studio e nel quale era sepolta la figlia. Böcklin produsse cinque diverse versioni negli anni tra il 1880 e il 1886. Tema comune è un rematore e una figura vestita di bianco in una piccola barca che attraversa delle acque profonde dirigendosi verso un'isola sassosa. Nella barca c'è un oggetto che potrebbe essere una bara. Non diede né un titolo né una sua interpretazione dell'opera. Le cinque versioni dell'Isola dei morti si trovano a:
    Kunstmuseum, Basilea (1880)
    Metropolitan Museum of Art, New York (1880)
    Alte Nationalgalerie, Berlino (1883)
    Distrutta a Berlino durante la seconda guerra mondiale (1884)
    Museum der bildenden Künste, Lipsia (1886).
    Adolf Hitler fece comprare a un'asta nel 1936 la versione originale del 1883, non staccandosene fino alla fine dei suoi giorni. Fu esposta a Berlino nel 1884 da Gurlitt che per primo la battezzò col nome L'Isola dei morti; si parlò subito di febbre böckliniana e perfino di suggestione di massa. Lo stesso gallerista incaricò Max Klinger di farne un'incisione, le cui tirature andarono a ruba a migliaia. Ne trarranno ispirazione, tra gli altri, Giorgio De Chirico, Emil Nolde, Salvador Dalí e Max Ernst. Tra i grandi estimatori dell'opera furono Conrad Ferdinand Meyer e Gabriele D'Annunzio che, come Lenin, tenevano una copia bene esposta in casa.


    prima versione:


    seconda:


    terza:


    quarta-è una foto,perchè è andata perduta-



    quinta:

     
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    *-* sono davvero belli!
     
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    Avendo del tempo a disposizione, curiosavo un po'. Sono rimasta molto affascinata da tutte le versioni : riaffrontare lo stesso tema varie volte implica un grande attaccamento a ciò che si rappresenta. La descrizione e la storia che l'autore vuole trasmettere coinvolgono molto... Tuttavia ho trovato particolarmente interessanti la prima versione,di cui apprezzo l'atmosfera ricreata col gioco di colore,e la quarta. Il bianco e nero risalta dettagli in modo ineguagliabile: dà modo alla mente di fantasticare sul dettaglio che preferisce e sa molto di soggettivo.
    Esprimo questo parere basandomi sulle sensazioni e sulla passione per l'arte,ma non me ne intendo 😞 tuttavia potrebbe essere bello riportare in vita anche discussioni di molto tempo fa u.u
     
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2 replies since 8/4/2012, 15:24   238 views
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